I LOMBARDI A CORLEONE :: MOSTRA VIRTUALE

La vita nella nuova patria: lo stanziamento

1264 gennaio 13, Corleone. Palermo, Archivio di Stato, Diplomatico, Tabulario di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, perg. 1
1264 gennaio 13, Corleone
Palermo, Archivio di Stato, Diplomatico, Tabulario di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, perg. 1

Lo stanziamento lombardo del gennaio 1264 costituisce una seconda fase rispetto all’insediamento del gruppo d’immigrati giunto in Sicilia nel 1237. Nel 1235 l’Imperatore Federico II aveva concluso la lotta contro gli arabi, cacciati dall’isola e deportanti a Lucera, in Puglia. Di conseguenza la città di Corleone, in prevalenza araba, si era spopolata. Ad impedire il suo inesorabile declino fu lo stesso "stupor mundi", che emanò un provvedimento con cui assegnava al suo fedele miles Oddone de Camerana quella stessa terra, al fine di ripopolarla. Fortemente intenzionato a creare in questa città un presidio alleato (i lombardi erano cristiani di religione ma di fede ghibellina, accesi sostenitori dell’Imperatore contro i tentativi di supremazia del Papato) lo svevo accolse la richiesta avanzata dai lombardi, di trasferirsi a Corleone, terra “supramodum dives, populata et munita” e soprattutto “apta hostilibus insultibus ad resistendum opportune”, come la definì Huillard-Bréholles. I lombardi già conoscevano la Sicilia, dove anni prima avevano cercato di colonizzare Scopello, territorio del trapanese vicino al mare, e avevano sperimentato in quel luogo le incursioni dei pirati. Di certo nella scelta del nuovo luogo non poco avrà influito l’ubicazione di Corleone lungo l’asse commerciale di collegamento di Palermo alla sua riserva agricola nell’entroterra, posizione assai favorevole alle mire dei nuovi venuti di radicarsi ai vertici economico-politici della società siciliana. A rafforzare il senso di continuità tra i due insediamenti che costituiscono diverse fasi di un unico progetto, interviene un’altra circostanza: sia i Camerana, famiglia a capo della prima migrazione, sia i Curto, a guida della seconda, furono tra i protagonisti dei fatti del Vespro. Capitano del popolo di Corleone, Bonifacio de Camerana, ritenuto dallo storico corleonese Giovanni Colletto figlio di Oddone, il 31 marzo 1282 guidò i corleonesi nella guerra contro gli Angioini. Guglielmo Curto, invece, fu inviato il 3 aprile del 1282 a Palermo con Guglielmo Basso e Guiglione de Miraldo per offrire, come ha raccontato lo storico Michele Amari, "patti di unione, fedeltà e fratellanza fra le due città (Palermo e Corleone) scambievole aiuto con arme, persone, denaro, reciprocità di privilegi di cittadinanza e di franchigia di tutte le gravezze poste sui non cittadini".

Torna alla pagina iniziale