I LOMBARDI A CORLEONE :: MOSTRA VIRTUALE

Pontecurone, le sue terre e i suoi abitanti

Sec. XII, seconda metà, Pontecurone
Pavia, Archivio di Stato, Fondo Ospedale San Matteo (antica provenienza: monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia), cart. B1. Scrittura non autenticata

Edizione: Le carte del monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, II (1165-1190), a cura di Ezio Barbieri, Maria Antonietta Casagrande Mazzoli, Ettore Cau, Pavia-Milano 1984, pp. 297-303, n. 168
∞ Biblioteca Universitaria di Pavia: Cons. Pav. Storia 43 ⁄ 2

La pergamena riporta un elenco delle proprietà e degli affittuari di San Pietro in Ciel d’Oro in Pontecurone. Anonimo ma sicuramente compilato dal notaio Guglielmo, l’elenco fornisce un quadro dettagliato degli abitanti e delle coltivazioni di Pontecurone, località di provienienza di un folto gruppo di Lombardi di Corleone e dalla quale prende nome una famiglia molto attiva nei commerci a Palermo e nel Mediterraneo, che nel Quattrocento darà anche un vescovo a Girgenti.
La grafia e la scarsa accuratezza con cui è vergato, su membrana di scarsa qualità, l’elenco mostrano che il notaio lo ha redatto direttamente in loco, interrogando i vicini (probabilmente in presenza dei consoli locali) sui nomi dei confinanti e chiedendo loro conferma dell’opinione corrente circa la proprietà spettante a S. Pietro in Ciel d’Oro.
Pochi anni dopo la sua morte il nome e il segno notarile del notaio Guglielmo furono utilizzati abusivamente dal collega Uberto, anch’egli operante in Casei, che falsificò, come dimostra la diversa grafia, un documento del 1190, scritto quindi ben sette anni dopo l’ultima attestazione di Guglielmo, risalente al 1183, e trentanove anni dopo la sua prima comparsa come rogatario. Una vicenda oscura che viene citata per mostrare come il controllo su tutta la documentazione pavese e tortonese è stato condotto alcuni decenni or sono in modo capillare, così da rendere ogni pergamena sicuramente attribuibile al vero compilatore, al di là di ogni possibile dubbio su mistificazioni antiche.

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