I LOMBARDI A CORLEONE :: MOSTRA VIRTUALE

La vita nella nuova patria: patronimici

I DOCUMENTO: 1289 febbraio 20, Corleone. Palermo, Archivio di Stato, Diplomatico, Tabulario di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, perg. 9.
 II DOCUMENTO: 1303 dicembre 8, Agrigento. Palermo, Archivio di Stato, Diplomatico, Tabulario di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, perg. 413
1289 febbraio 20, Corleone
Palermo, Archivio di Stato, Diplomatico, Tabulario di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, perg. 9
1303 dicembre 8, Agrigento
Palermo, Archivio di Stato, Diplomatico, Tabulario di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, perg. 413

Più che lombardi, i novi homines erano originari dell’Italia settentrionale. Dallo studio delle fonti documentarie giunge conferma a quanto asserito da L. A. Huillard-Bréholles, nella sua Historia Diplomatica. Gli immigrati di Corleone, infatti, vengono menzionati nei documenti in cui compaiono a vario titolo (contraenti del negozio giuridico, beneficiari, testimoni, etc.) con l’indicazione della località di provenienza o patronimico. I più ricorrenti appartengono al Piemonte e, in particolare, alla città e provincia di Alessandria: de Alexandria, de Salis, de Pontecurone, de Vultaggio, de Ponzone, de Ceva, de Monte de Vì, de Alba, de Caramagna, de Coronato, de Monferato. Per quanto riguarda la Lombardia stricto sensu accanto al nome ricorre spesso l’attributo lombardus, più tardi commutato in vero e proprio cognome, o il patronimico de Paroldo, de Mediolano, se non proprio de Milano. Forse ai giorni nostri sarebbe più corretto definirli piemontesi, ma allora per Lombardia s’intendeva la gran parte della pianura padana, quella zona che, secondo la storica medievista Iris Mirazita, «aveva il suo confine pių orientale nel Veneto e quello più meridionale nei centri liguri di Ortovero, tra la riviera ligure di ponente e la regione piemontese a sud delle Langhe, e di Sarzana, sulla linea di confine tra la Liguria e la Toscana».

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