I LOMBARDI A CORLEONE :: MOSTRA VIRTUALE

Le provenienze geografiche: Tortona, i Malaspina e il Comune

 1165 dicembre 13, Tortona. Trascrizione: GABOTTO E LEGÈ, Le carte dell’Archivio Capitolare di Tortona (Sec. IX-1220), n. LXI, pp. 83-4, da copia seicentesca ora irreperibile di originale già disperso nel 1905. Secondo originale, Godiasco, Archivio Malaspina ora di proprietà del comune di Godiasco, cart. 68 visualizza l'immagine ingrandita visualizza l'immagine ingrandita visualizza l'immagine ingrandita
1165 dicembre 13, Tortona
Trascrizione: Ferdinando Gabotto e Vincenzo Legè, Le carte dell’Archivio Capitolare di Tortona (Sec. IX-1220), Pinerolo 1905 (Corpus Chart. Italiae, XX; Biblioteca della Società Storica Subalpina, 29), n. LXI, pp. 83-4, da copia seicentesca, ora irreperibile, di originale già disperso nel 1905. Secondo originale: Godiasco, Archivio Malaspina ora di proprietà del comune di Godiasco, cart. 68
∞ Biblioteca Universitaria di Pavia: Coll. 8º 46 29

Il documento può essere inteso appieno nella sua portata storica grazie al confronto con la documentazione coeva e con gli avvenimenti storici di quegli anni. Abbiamo da una parte il priore e i monaci del monastero di S. Marziano di Tortona e dall’altra il marchese Opizzo, noto nella storiografia come Obizzo il Grande (vedi 1). Le località ove si trovano i beni dati in investitura sono in parte a nord del crinale degli Appennini e in parte in Toscana: un orizzonte geografico decisamente ampio.
Obizzo il Grande ha ricevuto conferma dell’investitura imperiale da parte di Federico I Barbarossa l’anno precedente a questo documento. Obizzo scorterà l’Imperatore (il cui esercito era stato decimato a Roma dalle febbri malariche nell’agosto 1167) lungo le valli dell’Appennino attraverso i propri domini dalla Lunigiana al Tortonese durante la ritirata verso la Germania, passando per Pavia. Con tale azione di fatto salverà l’Imperatore dai Comuni nemici. Il documento è redatto a Tortona, città distrutta dal Barbarossa nell’aprile 1155. I testimoni citati nelle ultime righe sono stati individuati in un recente studio come possibili consoli del comune nel 1165: si considerino in particolare Sigembaldo de Ponte Curone (vedi 2) e Corrado de Mediolano (vedi 3). I da Mediolano e i da Milano (da non confondere gli uni con gli altri) sono sicuramente famiglie tortonesi immigrate in Sicilia già alla fine del secolo XI e quindi passate a Corleone nel Duecento. La presenza di Ottone de Bagnolo (vedi 4) tra i testimoni contribuisce all’identificazione, per coerenza geografica, di tale località con il Bagnolo nei pressi di Pontecurone.
Il priore e i monaci sottoscrivono in modo autografo, prassi molto rara, ma divenuta abituale in Sicilia tra i Lombardi. Uno dei monaci è Pietro de Caniano (vedi 5): Cagnano è anch’essa ora solamente una grossa cascina, al pari di Bagnolo e nelle sue vicinanze.

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