I LOMBARDI A CORLEONE :: MOSTRA VIRTUALE

Martinus Filippi pavese a Venezia con il Barbarossa

I DOCUMENTO: 1177 agosto 22, Venezia. Pavia, Archivio Storico Civico, pergamene comunali, n. 16. Copia autentica redatta l’anno seguente dal notaio imperiale Otto dall’originale ora perduto di Martino Filippi. II DOCUMENTO: 1193 dicembre 10, Pavia. Milano, Archivio di Stato, Archivio Diplomatico, pergamene, cart. 670, fasc. 280a. Originale (particolare del segno notarile e della sottoscrizione autografa di Martino Filippi)
1177 agosto 22, Venezia
Pavia, Archivio Storico Civico, pergamene comunali, n. 16. Copia autentica redatta l’anno seguente dal notaio imperiale Otto dall’originale ora perduto di Martino Filippi
1193 dicembre 10, Pavia
Milano, Archivio di Stato, Archivio Diplomatico, pergamene, cart. 670, fasc. 280a. Originale (particolare del segno notarile e della sottoscrizione autografa di Martino Filippi)

Nei giorni in cui viene stretta la tregua detta di Venezia tra il Barbarossa, sconfitto l’anno prima a Legnano, e i comuni, è presente in città il notaio imperiale di origine pavese Martino Filippi. Il 22 agosto, al piano superiore del palazzo del doge («Actum Venecie, super solarium ducis» vedi 1), l’Imperatore Federico I, attorniato dai più fedeli vassalli italiani e tedeschi (vedi 2), e il marchese del Monferrato stringono un accordo che prevede anche scambi territoriali, in margine agli accordi con i comuni. Chiamato a mettere per iscritto questo patto in due documenti (uno dei quali qui pubblicati) è proprio il notaio imperiale Martino, membro fin dal 1170 della itinerante curia imperiale, ambito in cui resterà per un ulteriore quindicennio. Questa pergamena di Martino, insieme con quella tortonese del 1165 rappresenta l’estremo opposto rispetto al documento di Guglielmo di Casei, redatto per strada e utilizzando volgarismi: un chiaro esempio della amplissima varietà culturale che caratterizzava l’area del pavese e del tortonese, luogo di origine dei Lombardi di Corleone.
Il documento ci è giunto non in originale, ma in copia del notaio imperiale, di nascita pavese, Otto (vedi 3). Proprio quest’ultimo notaio l’anno successivo, a Mombello Monferrato, redigerà una pergamena per attuare gli accordi stretti nel palazzo del doge di Venezia il 22 agosto precedente. Il notaio Martino Filippi, di cui si espone una sottoscrizione autografa (vedi 4), è l’esempio principe di un pavese notaio non di ambito cittadino ma di respiro ampio: la sua attività, quasi sempre al servizio dell’Imperatore o dei suoi giudici, si esplica in tutta l’Italia centro settentrionale per un quarto di secolo.

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