I LOMBARDI A CORLEONE :: MOSTRA VIRTUALE

Le origini culturali: il volgare a Casei

1164 agosto 25, Casei. Pavia, Archivio di Stato, Fondo Ospedale San Matteo (antica provenienza: monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia), cart. B1. Originale
1164 agosto 25, Casei
Pavia, Archivio di Stato, Fondo Ospedale San Matteo (antica provenienza: monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia), cart. B1. Originale

Il notaio Guilielmus è attivo in Casei e in Pontecurone dal 1161 al 1183. La trascrizione dell’intera pergamena, finora inedita, si trova nella brossura. Un primo elemento significativo dei suoi atti è la presenza nel dettato di espressioni in volgare. La parti del contratto sono un monaco di S. Pietro in Ciel d’Oro e un gruppo di appartenenti alla confraternita fondata alcuni lustri prima da un certo Allone (menzionato in un documento del 17 gennaio 1136, Casei, giuntoci sia come autentico sia come falso derivato dall'autentico e vergato su altra pergamena). La confraternita ha lo scopo di costruire e mantenere in uso un ponte sul torrente Curone («ponte d’Alò»: vedi 1) circa due chilometri a valle di Pontecurone. I suoi membri («socii et compagnoni»: vedi 2) presentano nomi coloriti e pittoreschi («Ugo Capel et Armelina uxor Ugo, Gualandro et Ingela uxor Gualandro, Rufinus filius quondam Tomado et Inmulda Vaca»: vedi 3). L’amministratore di questa confraternita del ponte di Allone («minister pontis Allonis») è una carica ancora operante un secolo più tardi: nel 1292 abbiamo infatti con tali mansioni Gisulfo de Guyde (trascrizione: Gabotto e Legè, Le carte dell'Archivio Capitolare di Tortona (1221-1313), n. DCLXXXII/58, p. 422).
Il contratto è stipulato all’aperto («in loco et in la strada dal ponte»: vedi 4). Interessante vedere come Guglielmo è giunto alla formulazione di questo dettaglio. Originariamente egli aveva vergato in latino «Actum in loco» seguito dalla specificazione della località; in un momento successivo ha eraso quest’ultimo elemento e ha precisato in volgare «et in la strada dal ponte». La confraternita ha rapporti d’affari con gente di Nazzano, altro luogo con castello da cui provengono Lombardi («qui da Nazano»: vedi 5). Nella piccola Casei arriva per affari in quegli anni anche gente di Chieri («illi de Testona») come appare in un altro documento del 1161 dello stesso notaio Guilielmus.

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