I LOMBARDI A CORLEONE :: MOSTRA VIRTUALE

Bertolino de Pontecorono a Pisa

In memoria di Giuseppe Bonavoglia

1284 gennaio 26, Pisa; notaio ser Bartolomeo di ser Iacopo Carrai, Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2070, c. 313r
1284 gennaio 26, Pisa; notaio ser Bartolomeo di ser Iacopo Carrai
Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2070, c. 313r

1284 novembre 24, Pisa; notaio ser Bartolomeo di ser Iacopo Carrai. Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2071, c. 262r
1284 novembre 24, Pisa; notaio ser Bartolomeo di ser Iacopo Carrai
Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2071, c. 262r

1284 novembre 24, Pisa; notaio ser Bartolomeo di ser Iacopo Carrai. Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2071, c. 262v
1284 novembre 24, Pisa; notaio ser Bartolomeo di ser Iacopo Carrai
Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2071, c. 262v
1297 maggio 17, Pisa; notaio Ruffo o Ruffolo. Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2075, c. 5r
1297 maggio 17, Pisa; notaio Ruffo o Ruffolo
Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2075, c. 5r

1298 febbraio 17, Pisa; notaio Ruffo o Ruffolo. Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2075, c. 11r
1298 febbraio 17, Pisa; notaio Ruffo o Ruffolo
Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2075, c. 11r

1298 febbraio 17, Pisa; notaio Ruffo o Ruffolo. Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2075, c. 11v
1298 febbraio 17, Pisa; notaio Ruffo o Ruffolo
Archivio di Stato di Pisa, Ospedali di Santa Chiara, n. 2075, c. 11v

Il primo documento, che può apparire di scarsa rilevanza in quanto registra un semplice prestito, offre invece spunti interessanti. Oltre, infatti, a testimoniare la presenza a Pisa di Bertolino de Pontecorono (qui Pontecorone), prima degli anni ’80 del XIII secolo, e a collocarlo nella cappella di San Martino in Guatibus, ci informa che proprio dalla Curia Nova Pupillorum pisana egli era stato dichiarato emancipato dal padre Bernardo. Inoltre è da rilevare che Amato del fu Vicino, il quale presta a Bertolino 25 lire di denari pisani, compare in svariati altri atti dello stesso repertorio notarile intento ad investire in imprese di mare: in una stipula del febbraio 1283 dà a Nese del fu Guglielmo della cappella di San Vito ben 150 lire di denari pisani in societate maris in viadio de Buggea per l’allestimento di una nave. Ciò potrebbe avvalorare l’ipotesi che anche il prestito elargito al de Pontecorono avesse una simile finalità.
Nel secondo documento Iacopo detto Puccio del fu Sismondello di Burello della cappella di San Lorenzo di Kinzica, procuratore per il genero Ceo del fu domino Galgano de domo Petri, dichiara di aver ricevuto da Amato del fu Vicino della cappella di San Martino, agente a nome proprio e di Guglielmo di Bernardo de Pontecorono (qui Pontecorone) ora assente, 50 lire di denari pisani minuti pro pretio di 20 lire. Tale somma era stata a sua volta data a Guglielmo, agente per sè e per Amato, da Ceo a Castel di Castro (Cagliari). Il documento dunque, non solo testimonia gli interessi economici di un altro esponente della famiglia de Pontecorono a Pisa, ma rafforza l’idea di un legame specifico con Amato del fu Vicino (protagonista di tanti e tanti investimenti in imprese di mare) e soprattutto aggiunge un ulteriore tassello alle aree di attestazione di Bertolino e dei suoi fratelli. Del resto ciò non stupisce, se si considerano gli strettissimi rapporti economici, sociali e politici allora intercorrenti tra Pisa e la Sardegna.

Il pagamento di 10 lire effettuato nell’atto del 1297 da Cinella, moglie dell’orefice Bonaiuto della cappella di San Pietro in Vincoli, a favore di Bertolino di Bernardo de Pontecorono e Andrea del fu Saragone, notaio della cappella dei Santi Cosma e Damiano, a seguito di una condanna comminata dalla Curia Maleficiorum pisana, testimonia la presenza di Bertolino in città ancora alla fine del XIII secolo. Egli però ha nel frattempo lasciato la cappella di San Martino e risiede in quella di San Paolo all’Orto, situata sulla riva opposta dell’Arno e adiacente all’area di residenza di Cinella. Da sottolineare la variante del toponimo Pontecorona.
L’esperienza di Bertolino de Pontecorono e della sua famiglia in area mediterranea è ulteriormente testimoniata dalla procura affidatagli con l’atto del 1298 da Guglielmo di Simone de Nissa (identificabile con tutta probabilità con Nizza). Bertolino viene incaricato, infatti, di riscuotere tutti i crediti di Guglielmo, in qualsiasi luogo si trovino, con piena libertà di richiedere arbitrati e di presentarsi in giudizio, incarico che riceve in virtù della sua affidabilità e notorietà.
Ma il documento ci fornisce anche un altro spunto interessante, relativo alla presenza del pontecuronese a Pisa. Sebbene non si abbia certezza riguardo al suo essere un cives pisano, dal momento che non lo si trova indicato esplicitamente come tale, è da notare che nel caso di Guglielmo di Nizza il notaio scrive che egli è solo dimorante a Pisa (in hospitio Bandini). Poiché questa specificazione non è mai utilizzata per Bertolino, che è al contrario sempre individuato come appartenente ad una cappella, si può pensare ad una stabilità nel tempo della sua permanenza in città. Da evidenziare nel testo l’ulteriore variante del toponimo Pontecarono.

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