ACCADEMIA FILARMONICA FORTINI

Accademia Filarmonica Fortini
Accademia Filarmonica Fortini


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I REGOLAMENTI




Ricerche storiche sull'Accademia degli Affidati. Biblioteca Universitaria di Pavia, Miscellanea Belcredi 43/1B
[Siro Comi], Ricerche storiche
sull’Accademia degli Affidati
,
Pavia, Stamperia Cominiana, 1792

Biblioteca Universitaria di Pavia
Miscellanea Belcredi 43/1B


Metodo del 1772. Biblioteca Universitaria di Pavia, Miscellanea Belcredi 43/1A
Metodo con cui reggere
l’Accademia de’ signori Filarmonici

unita quest’anno 1772
a quella de’ signori Affidati

Biblioteca Universitaria di Pavia
Miscellanea Belcredi 43/1A


Metodo del 1775. Biblioteca Universitaria di Pavia, Miscellanea Belcredi 25/12
Metodo con cui si regge
l’Accademia de’ signori
dilettanti Filarmonici
, 1775

Biblioteca Universitaria di Pavia
Miscellanea Belcredi 25/12


Stabilimenti per l’anno 1782. Biblioteca Universitaria di Pavia, Miscellanea Ticinensia II n. 51
Manoscritto degli Stabilimenti
dell’Accademia Fortini
per l’anno 1782

Biblioteca Universitaria di Pavia
Miscellanea Ticinensia II n. 51
Nel 1772, in occasione dell’unione con l’Accademia poetica degli Affidati (la cui storia è ricostruita da Siro Comi nel volume Ricerche storiche sull’Accademia degli Affidati, 1792), gli affiliati all’Accademia filarmonica sentirono la necessità di redigere un regolamento vero e proprio: il Metodo con cui si regge l’Accademia de’ Signori Filarmonici della città di Pavia. Il Metodo si apre con la considerazione che la «cospirazione volontaria», cioé la libera associazione, di cittadini che si fanno promotori delle arti risulta essere un tipo di iniziativa molto efficace. Da qui deriva la scelta dei Filarmonici di costituirsi in un’«Accademica assemblea».
Si fissano le cariche sociali: il principe, il luogotenente e due assessori si occupano dell’amministrazione; il direttore e il vicedirettore coordinano la parte musicale; il segretario e il vicesegretario redigono i verbali e spediscono gli inviti; l’archivista e il sottoarchivista custodiscono la musica, registrandola in archivio e tenendola «sotto chiave»; il tesoriere e il sindacatore si occupano della parte economica e della revisione dei conti. L’anno accademico inizia il 30 novembre (giorno di Sant’Andrea), con l’elezione delle cariche da parte dell’assemblea degli affiliati, e termina ufficialmente il 24 agosto dell’anno successivo. Le decisioni urgenti, che non possono essere affrontare dall’assemblea, sono sbrigate dal consiglio, composto da coloro che ricoprono le cariche sociali.
L’attività dell’Accademia è molto intensa: i Filarmonici hanno l’impegno di esibirsi pubblicamente una volta alla settimana. Sempre una volta alla settimana, è convocata una prova privata dei musicisti. Il punto 5 del regolamento ricorda che l’Accademia degli Affidati ha concesso gentilmente ai Filarmonici l’uso della grande sala di Palazzo Belcredi. Per questo motivo, una volta al mese, i musicisti partecipano alle adunanze poetiche «frammischiando l’armonia de’ nostri stromenti musicali al virtuoso canto de’ loro poetici componimenti». La partecipazione all’attività dell’Accademia include anche il versamento di una quota annua di iscrizione, che gli associati devono versare «senza rincrescimento, o renitenza; poiché il sostentamento, e decoro della nostra Accademia dipende tutto dallo spirito, e zelo di ciaschedun individuo». È notevole che un punto del regolamento sia dedicato alla sedia personale che ogni associato avrà a sua disposizione per tutto l’anno accademico. Interessanti poi le indicazioni di priorità tra accademici: per evitare inutili dispute, si fissa come criterio l’anzianità di iscrizione.
Norme dettagliate sono poi fornite per l’assunzioni di incarichi da parte dell’Accademia (ad esempio nelle chiese o nei teatri) o dei singoli accademici, che non possono disertare le attività dell’associazione per dedicarsi ad altro, «poiché sarebbe cosa affatto mostruosa [...] negligentare una premura del nostro capo per intervenire ad una estranea».
Si determinano poi gli incarichi da affidare ad elementi esterni all’Accademia e si fissano i termini del loro pagamento: alcuni «professori» (ossia musicisti professionisti), un copista, un accordatore per i due clavicembali, nonché una sorta di factotum che viene definito «portiere», tra i cui compiti c’è anche il trasporto degli strumenti. Il regolamento si chiude con l’annotazione: «questa unione virtuosa [...] unicamente dipende dalla puntualità, zelo, ed interessamento di ciaschedun individuo, in vista specialmente del lustro, e decoro, che rende il nostro accoppiamento della poesia, e musica, con il plausibile gradimento, a vantaggio dell’umana società, in oggi luminosamente stabilito».
Nel 1775 venne redatta una seconda versione: il Metodo con cui si regge nella città di Pavia la nobile, virtuosa Accademia de’ signori dilettanti filarmonici nuovamente stabilita l’Anno 1775. Qui non è più presente, nel titolo, il riferimento agli Affidati, segno evidente della rottura del sodalizio.
Come nella stesura precedente, il regolamento si apre con la descrizione dei compiti delle cariche, qui molto più dettagliate. Viene aggiunta la figura del censore, che ha il compito di esaminare le nuove composizioni presentate all’Accademia, nonché le candidature degli aspiranti soci. Molto particolareggiate sono anche le istruzioni riguardanti i compiti dell’archivista. L’assemblea generale annuale, con la quale si apre l’anno accademico, è spostata dal 30 novembre alla prima domenica di dicembre. Si specifica che l’assemblea vota il principe e le altre cariche. Il luogotenente e gli assessori sono nominati dal principe neoeletto.
Si fa poi riferimento alle «dame associate», delle quali non si faceva cenno nell’edizione precedente. Sparisce la figura del portiere, e i suoi compiti sono divisi tra due nuovi incarichi stipendiati: il cameriere (anche con incarichi di buttafuori) e l’«uomo pratico», che ha il ruolo di porteur degli strumenti musicali.
Poiché l’Accademia filarmonica non poteva più far conto sulla gentile ospitalità offerta dagli Affidati, si parla ora della necessità di prendere in affitto «una sala capace, e comoda sì per distendere l’orchestra [...], se sarà possibile in un luogo disimpegnato, e libero, di modo che a qualunque ora, e tempo, senza dipendenza alcuna, chiunque del ceto accademico vi possa entrare, anche per ivi fare studio privato della musica».
Gli autori del regolamento, anche a proposito della sede, non dimenticano di fare riferimento alle «dame»: «si procurerà di avere contigua a detta sala una stanza con camino; acciò serva di maggior comodo alle dame associate».

Esiste in manoscritto anche una terza versione del regolamento: Stabilimenti dell’Accademia Fortini per l’anno 1782. Al punto 1 si decide che «si chiamerà la nostra Accademia in perpetuo col nome di Accademia Fortini, e ciò per motivo d’una ben dovuta gratitudine al Sig. Canonico Fortini, il quale in sua casa l6rsquo;ha istituita, promossa, conservata, e in ogni maniere sempre favorita».
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