Per un catalogo illustrato dei codici miniati della Biblioteca Universitaria di Pavia

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San Bernardo, Sermones (Aldini 201)

Perg., V (I-III cart., IV antica controguardia), 184, II’ (I perg. mod., II cart.) cc., 237 x 167 mm. - Legatura moderna in cuoio su assi di legno (restauro Giuseppe Ferrari, Modena)?
Cristoforo Cortese, Padova, quarto decennio del XV sec

Immagini

Il manoscritto contiene l’insieme dei sermoni composti da Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) per le messe dalla Pasqua all’Avvento, come indica la targhetta pergamenacea quattrocentesca di recupero, incollata nel sec. XIX sul contropiatto superiore: Sermones beati Bernardi in honore diversarum solemnitatum a Pasca usque ad Adventum.

L’ex-libris alla c. 1r ci informa che il codice Aldini 201 appartenne al monastero benedettino di Santa Giustina di Padova, e infatti esso figura nell’inventario quattrocentesco della biblioteca, il più antico conservato, redatto dai monaci a partire dal 1453 (Padova, Biblioteca del Museo Civico, ms. B.P. 229).

Il manoscritto precede quella data, poiché è inventariato col numero 227, mentre le nuove acquisizioni iniziano dal numero 317: 227. Sermones Bernardi a Pasqua usque ad Adventum, mediocres, littera bona, carta bona, tabulis et albo corio inserti. T 10. (Cantoni Alzati 1982, p.76). Al centro del margine superiore del codice è ancora visibile la segnatura originale.

Il XV secolo rappresenta per il monastero padovano un periodo di prosperità economica e di prestigio, incrementato anche grazie alla cospicua produzione di codici liturgici di lusso, per la decorazione dei quali gli abati si rivolsero ai più noti artisti laici locali (Mariani Canova 1984).

Il codice Aldini 201 è corredato da 68 iniziali filigranate, alternativamente blu e rosse, e da un’unica iniziale istoriata H (c. 1r), la quale introduce l’incipit del primo sermone (Hoc mare magnum): la miniatura è in buono stato di conservazione, la foglia d’oro è brillante e i pigmenti mantengono vivacità cromatica tranne in rari punti.

Su campo esterno in lamina d’oro, foglie policrome disegnano il corpo dell’iniziale, all’interno della quale si trova, su campo blu, il busto di San Bernardo, cui le sembianze senili ed i marcati lineamenti del volto conferiscono un’espressione concentrata e severa.

L’iniziale miniata è impreziosita da eleganti tralci fioriti con elementi dorati, che proseguono nei margini interno e superiore della carta. La decorazione termina con una fascetta in foglia d’oro punzonata, alla quale si appoggia un volatile dal soffice piumaggio policromo.

È possibile ricollegare i caratteri dell’illustrazione al ricco e fantasioso linguaggio di Cristoforo Cortese, "il più geniale miniatore tardogotico veneziano" (Mariani Canova 1973, p. 41).
L’artista, attivo nel Veneto nella prima metà del XV secolo, è interprete di un linguaggio artistico personalissimo, brioso e visionario che, arricchito di influssi padovani e bolognesi, viene sensibilizzato dal nuovo clima formale tardogotico penetrato in area veneta nel primo decennio del secolo grazie a Gentile da Fabriano e Pisanello.

La collaborazione tra il miniatore e il monastero padovano è attestata intorno al quarto decennio del XV secolo da otto cuttings incollati sulle carte di un corale sopravvissuto alle soppressioni napoleoniche e ancora conservato nella Biblioteca del convento (ms. Inv. Gov. II.).

Le miniature sono datate 1435-40 e sono esempio della maturità artistica del Cortese, caratterizzata da scioltezza lineare e libertà nel gesto (Mariani Canova 1970): avvicinando l’iniziale S contenente il busto di san Paolo (c. 108v) all’iniziale pavese, è evidente una stretta affinità stilistica; il corpo della lettera è formato da larghe foglie policrome e i due volti senili, contornati da una linea fluida e vibrante, esibiscono la medesima espressione severa e concentrata.
Tali analogie portano ad avvicinare cronologicamente le due opere, ed a collocare quindi anche la decorazione dei Sermones nel quarto decennio del XV secolo, in accordo con le informazioni reperibili nell’inventario della biblioteca del monastero.

Beatrice Spairani

Provenienza: Padova, monastero di Santa Giustina, segnatura a inchiostro (margine superiore) ed ex-libris (margine inferiore), c. 1r, sec. XV: 227; Est congregationis unitatis per Monasterio S. Iustine de Padua. - Pier Vittorio Aldini (1773-1842); acquistato dalla Biblioteca Universitaria di Pavia nel 1841.

Bibliografia: Aldini 1840, cat. 127, p. 29; De Marchi, Bertolani 1894, p. 3; Cantoni Alzati 1982, p. 76.