In linea con l'impostazione illuministica che aveva determinato la fondazione della biblioteca, i nostri predecessori offrirono i migliori strumenti a sostegno degli studi e delle ricerche universitarie.
Un esempio concreto di questa politica fu l'arrivo dei tremila volumi duplicati appartenuti ad Albrecht von Haller acquistati dal Governo austriaco grazie al quale arrivarono a noi anche i libri di Carlo Pertusati.
Libri del fondo Haller
Fu subito chiara l'importanza di periodici e atti delle accademie per assicurare l'aggiornamento scientifico: la loro acquisizione cominciò con Gregorio Fontana e portò alla formazione di una raccolta preziosa per gli studiosi di storia delle scienze. Tra i titoli:
- "Philosophical Transactions"
- "Journal des Sçavants"
- atti della prussiana Societas Regia Scientiarum
- atti dell'Accademia di San Pietroburgo
- American Philosophical Society.
Con l'acquisizione dei cinquemila volumi provenienti dalla biblioteca di Karl Firmian, nel 1784 incrementammo il nostro patrimonio con opere classiche e, in seguito alla soppressione dei conventi dei periodi giuseppino e napoleonico, arrivarono anche opere importanti di area umanistica.
Comunque, fino al secondo Ottocento, le nuove accessioni furono funzionali alla specializzazione scientifica, così ci assicurammo la biblioteca di Giuseppe Moretti (1855) e parte di quella appartenuta a Santo Garovaglio (1884), entrambe specializzate in botanica.
Acquistammo poi i migliori libri di medicina grazie alla cospicua rendita ereditata dal medico Joseph Frank e destinata a quello scopo.
Libri del fondo Corradi
Il fondo autonomo più importante, acquistato nel 1893, è la biblioteca di Alfonso Corradi con una sezione di storia della medicina e una storico-letteraria, ricchissima di edizioni della Crusca, di epistolari, di storie municipali che colmava le lacune del nostro patrimonio orientato alle discipline scientifiche.
Dall'inizio del XX secolo la fonte primaria di incremento sono gli acquisti correnti. Da circa un ventennio, in considerazione dell'impossibilità di tener dietro, con le attuali disponibilità economiche, alla produzione bibliografica nelle varie discipline, e in base a una diversa valutazione dei compiti di una biblioteca pubblica statale, acquistiamo soprattutto grandi repertori bibliografici e opere di consultazione generali e specialistiche.
Aldini 325, Opuscula moralia di Albertano da Brescia, del secolo XIII, uno dei codici più antichi e importanti dell'autore
Restano da segnalare le acquisizioni di manoscritti.
Nel 1841 Pier Vittorio Aldini ci vendette la sua raccolta di oltre trecento codici che costituì il primo nucleo del fondo che porta il suo nome e che conserva codici medievali e umanistici, anche con pregevoli miniature e, in piccola parte, manoscritti moderni, vari per argomenti e provenienza, parecchi dei quali di notevole importanza.
Citiamo almeno:
- l'Enchiridion di S. Agostino, del secolo XI (Aldini 52)
- gli Opuscula moralia di Albertano da Brescia, del secolo XIII, uno dei codici più antichi e importanti dell'autore (Aldini 235)
- una Miscellanea musicale francese del secolo XV che documenta una fase di transizione nella tecnica di notazione (Aldini 362)
- un erbario del secolo XIV, ricco di illustrazioni a piena pagina, studiato ed edito (Aldini 211)
- una Divina Commedia del secolo XIV, appartenente all'"antica vulgata" (Aldini 283).
Aldini 211, erbario del secolo XIV, ricco di illustrazioni a piena pagina, studiato ed edito
Nel 1861 acquistammo i manoscritti già appartenuti allo storico pavese Giuseppe Robolini, raccolta che comprende codici e carte sciolte frutto degli studi, in molti casi inediti, di eruditi pavesi dal XVI al XVIII secolo (Bernardo Sacco, Girolamo Bossi, Siro Severino Capsoni, Siro Comi): è la parte più importante del fondo Ticinesi che nel 1874 si arricchì dei manoscritti di Giovanni Capsoni.
Segnaliamo pure la ricca raccolta di autografi che comprende lettere (o brevi scritti) di Alessandro Volta, Pietro Metastasio, Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, Camillo Cavour e Giuseppe Garibaldi.
Infine la cospicua raccolta di incunaboli, tra i quali le opere di Lattanzio stampate a Roma nel 1468 da Sweynheym e Pannartz, l'Hypnerotomachia Polyphili stampata da Aldo Manuzio nel 1499 e le prime opere stampate a Pavia.