Per un catalogo illustrato dei codici miniati della Biblioteca Universitaria di Pavia

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Lorenzo Giustinian, Lignum vitae (Aldini 456)

IV (cart.) + VI + 126 + IV (cart.) cc., 212 x 147 mm - Legatura di restauro (Pietro Gozzi, Modena, 1960) con recupero dei piatti antichi in cuoio, decorati a secco con rosette, intrecci e leoncini entro medaglioni e completati da borchie e fermaglio.
Miniatore dalmata, Cattaro, 1464 ca.

Immagini

Il codice contiene il Lignum vitae, trattato ascetico di Lorenzo Giustinian (1381-1456), fondatore della Congregazione dei Canonici di San Giorgio in Alga. Fu confezionato nel 1464 a Cattaro, in Dalmazia (attuale Montenegro), come indica il colophon a c. 125v: «Scriptus et expletus die martis XXII mensis maij M CCCC LXIIII in civitate Catari». Appartenne a San Giorgio Maggiore a Venezia, della Congregazione di Santa Giustina di Padova, come si evince da due note di possesso, ed è registrato nell’elenco dei libri del monastero compilato tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo da Marin Sanudo (Ravegnani 1976, pp. 32-33, 76). A c. Ir si legge il nome di un possessore cinquecentesco, Prospero da Verona.

Oltre a iniziali a inchiostro alternativamente rosso e blu, il manoscritto presenta a c. IIr un’unica iniziale figurata P, che introduce l’incipit, Plantaverat dominus deus paradisum voluptatis, tratto dal II libro della Genesi, che narra la creazione del Paradiso, ove Dio pose gli uomini e il lignum vitae, l’albero della conoscenza del Bene e del Male. Su campo esterno in foglia d’oro (mm 35 x 22), racemi vegetali e bottoni dorati ornano la lettera, nella quale compaiono su fondo blu Adamo ed Eva vestiti di pelli, dunque dopo la cacciata. In alcuni punti la lamina è caduta e il blu sbiadito.

Attribuita a scuola veneziana nell’unica voce dedicatale (Albertini Ottolenghi, in Scrittura dipinta 2017, cat. 20), l’iniziale può essere ricondotta alla scuola dalmata, più precisamente cattarina, e al linguaggio degli artisti gravitanti intorno a Lovro Marinov Dobricevic, il più famoso pittore e miniatore operante tra Cattaro e Dubrovnik nella seconda metà del XV secolo. Le foglie carnose e frastagliate, le venature e soprattutto le lumeggiature concluse da una goccia di colore ricordano, per esempio, la lettera istoriata da Dobricevic nello Statuto dei Marinari di Cattaro del 1463 (Cattaro, Archivio vescovile, Statuti, c. Ir; Milosevic, Antovic 2009), che è tuttavia più raffinata sia nelle parti ornamentali che nella figura di San Nicola, di grande eleganza e minuzia descrittiva, mentre i Progenitori dell’Aldini 456 sono tratteggiati in modo rapido e sommario.

Assonanze più strette si notano invece con le miniature a piena pagina della Leggenda di San Trifone del Codice Bucchia, realizzato a Cattaro nel 1466 e attribuito a Dobricevic o ad artisti della sua bottega come Durad Bazilj (Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Cod. marc. It. XI. 19; Marcon 1999; Pavicic 2013). I personaggi dei due manoscritti presentano una gestualità legnosa, contraddistinta da avambracci arcuati e capo reclinato in avanti; i volti rotondi sono animati da occhi mobili e brillanti e semplici capigliature. Analoghe sono la tinta terrosa usata per l’incarnato e la linea di contorno scura, come nel San Trifone libera la figlia dell’imperatore Gordiano dal demonio, a c. 96v del codice marciano.

Lisa Gaggioni

Provenienza: Venezia, Monastero di San Giorgio Maggiore, note di possesso a cc. Iv e 125v (sec. XV-XVI); segnature a c. Ir, «Cas. n. 11» e a c. I’r, «D.n.33/126» (sec. XVIII). - Pier Vittorio Aldini (1773-1842). Acquistato dalla Biblioteca Universitaria di Pavia nel 1841.

Bibliografia: Aldini 1840, cat. 150, p. 33; De Marchi, Bertolani 1894, pp. 264-265; Ravegnani 1979, pp. 32-33, 76; Colophons VI 1982, nr. 19092-19093; Buselli 1989-90, pp. 200-202; Albertini Ottolenghi, in Scrittura dipinta 2017, cat. 20, pp. 97-98; D’Agostino e Pantarotto 2020, cat. 72, p. 67.