Per un catalogo illustrato dei codici miniati della Biblioteca Universitaria di Pavia

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Corale (Aldini 570)

Perg., I (cart.), 87, I’ (cart.) cc., 330 x 240 mm. - Legatura pergamenacea su assi di cartone, fermagli metallici, XV-XVI sec.
Maestro dell’Evangelistario di Oxford e miniatore micheliniano, Pavia, fine sec. XIV - inizi XV

Immagini

Il codice, un corale con sezioni di Graduale e Kyriale, già censito da Buzelli (2000, pp. 170-173), contiene testo e notazione dei canti di accompagnamento per diciotto celebrazioni dell’anno liturgico (cc. 1r-48v e 72v-87v) e per la solennità di San Guniforto martire (cc. 49r-72r), la cui devozione fu assai intensa a Pavia fin dal basso Medioevo (Maiocchi 1917, pp. 37-43).

Alcune disomogeneità nell’impaginazione delle carte, nelle dimensioni dei margini e nella qualità della pergamena permettono di individuare tre unità codicologiche, parte di almeno due manoscritti accorpati probabilmente nel corso del XVI secolo (cc. 1r-48v; 49r-72r; 72v-87v; Laskaris 2010, p. 146).

Venti iniziali miniate di elevata qualità, su campo laminato d’oro, introducono ciascuna delle messe contenute nelle prime due sezioni del manoscritto: un’Adorazione del Bambino (c. 1r) e 17 iniziali ornate da motivi vegetali nella prima sezione; due raffigurazioni di San Guniforto nella seconda (cc. 50v e 61r).

Ricondotta da Luisa Colombo alla prima metà del XV secolo (1947, p. 101), la decorazione miniata, di chiara origine lombarda, è opera di almeno due artisti distinti per stile, che operarono in due fasi indipendenti, collocate da Caterina Laskaris tra gli ultimi decenni del XIV secolo e la prima metà del XV (2010, pp. 158 e 169).

Il primo artista, autore dell’Adorazione del Bambino, si serve di morbide pennellate e di un avvolgente segno grafico. I panneggi ampi e dalle pieghe sottili, il pacato atteggiarsi delle figure, i tratti fisiognomici e i motivi ornamentali trovano puntuale riscontro in un cutting raffigurante la Resurrezione di Lazzaro (Chantilly, Musée Condé, Bibliothèque du Château, Divers IV n° 342) e nel Cristo stante che orna l’incipit di un Evangelistario oggi ad Oxford (Bodleian Library, ms Canon. Liturg. 376, c. 1r).

Entrambe le miniature, databili ai primissimi del Quattrocento, sono attribuite al Maestro dell’Evangelistario di Oxford, artista influenzato dallo stile di Giovannino e Salomone de Grassi, che lavorò per Gian Galeazzo Visconti (†1402) (cfr. rispettivamente P. L. Mulas in Passion du prince 2014, cat. 8; A. De Floriani in Miniature. La Spezia 1996, cat. 4).

Le diciassette iniziali ornate - che potrebbero essere opera di un collaboratore &45; sono espressione di un linguaggio lombardo di koinè degrassiana, assai diffuso dalla fine del XIV e lungo tutta la prima metà del XV secolo.

Il secondo artista, autore delle due effigi di San Guniforto, è un precoce seguace pavese di Michelino da Besozzo e ben conosce il linguaggio del giovanile Libro d’ore oggi alla Bibliothèque municipale di Avignone (ms. 111), datato ai primi anni Novanta del Trecento (C. Cairati, in Arte lombarda 2015, cat. II.19).

Comuni sono le linee morbide, le figure incorporee e trasognate, le sottili sfumature chiaroscurali e i delicati accordi tonali di verde, rosa tenue e blu, che legano, anche cronologicamente, i due San Guniforto al Cristo giudice delle ore avignonesi (c. 24r).

Su queste basi, la cronologia della decorazione miniata sarebbe quindi da circoscrivere tra l’ultimo decennio del XIV secolo e i primi anni del XV.

Chiara Matelli

Provenienza: Pavia, Monastero di Santa Maria di Giosafat (Monastero Nuovo), ex-libris mutilo alla c. 1v, inizi sec. XVI: Monastero nuovo di pavia sono. - Pier Vittorio Aldini (1773-1842). Acquistato dalla Biblioteca Universitaria di Pavia nel 1841. - Segnatura alla c. Iv, sec. XIX: CXXX H 20.

Bibliografia: Inventario 1849, c. 49, n. 31808; De Marchi, Bertolani 1894, p. 329; Colombo 1947, pp. 103-104; Buzelli 2000, pp. 170-173; Laskaris 2010, pp. 125-170; M.G. Albertini Ottolenghi, in Scrittura dipinta 2017, cat. 24.