Per un catalogo illustrato dei codici miniati della Biblioteca Universitaria di Pavia

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Miscellaneo (Aldini 176)

Perg., I (cart.), 22, I’ (cart.), cc., 245x180 mm. - Legatura moderna in mezza pelle
Ambito di Tomasino da Vimercate (già Maestro del Libro d’ore di Modena), Como, primo quarto del sec. XV

Immagini

Il codice contiene diversi testi, in massima parte legati ai complessi religiosi comaschi di Sant’Antonio e di Santa Margherita:
il primo fascicolo è occupato dalla Regula beati Augustini (cc. 1r-4v), seguita dagli Statuta nova monasterii sancti Antonii viennensis dioccixis (cc. 5r-15v, recise le cc. [13b] e [13c]);
le cc. 16r-16v ospitano alcuni estratti ex registris Civitatis Comi di privilegi ed esenzioni concessi tra il 1394 e il 1466 al convento di Sant’Antonio in Como dai duchi di Milano;
alla c. 17r, una breve ricetta per la preparazione dell’inchiostro (Agrimi 1976, p. 210), a cui segue la Forma de fare professione nel monesterio femenile di Santa Margherita, ovvero la professione perpetua fatta l’8 giugno 1483 da suor Marina degli Albrici (cc. 18r-21r)
infine, le cc. 22r-22v sono occupate da una serie di epistole redatte tra Modena e Bologna nel corso del XIV secolo (De Marchi, Bertolani 1894, p. 95).

Fatta eccezione per le iniziali rubricate, l’ornamentazione del codice si limita a due sole iniziali figurate, entrambe ospitanti l’effige di Sant’Antonio abate, identificabile per gli attributi del pastorale, della campanella e del tau affisso al mantello: la prima in apertura della Regula beati Augustini (c. 1r), la seconda degli Statuta nova (c. 5r); la fissità dello sguardo, le pupille dilatate, la marcata scriminatura dei capelli al centro della testa e la resa dei manti per mezzo di morbide pennellate sono riconducibili ai modi del Maestro del Libro d’Ore di Modena, oggi identificato con Tomasino da Vimercate (Sutton 1991).

L’artista è attivo in Lombardia tra il 1390 e il secondo decennio del XV secolo, prevalentemente in ambito visconteo; all’interno del cospicuo corpus di opere a lui attribuito (M. Bollati, in Dizionario biografico 2004, pp. 595-597), si distinguono, per la ricchezza dell’apparato decorativo, il Libro d’ore per Balzarino Pusterla (Modena, Biblioteca Estense, ms. alfa R. 7.3 = Lat. 842), l’Offiziolo di Isabella di Castiglia (L’Aia, Biblioteca Reale, ms. 76 F 6) e quello della Biblioteca Palatina di Parma (ms. Pal. 56; Manzari 1994; S. Scipioni e G. Z. Zanichelli, in Cum picturis 2001, cat. 6).

Se indubbie sono le analogie tra i personaggi che affollano le miniature di quest’ultimo manoscritto e i due santi dell’Aldini 176, le affinità si fanno ancora più stringenti se si prende in considerazione il Messale per Ardengo Folperti conservato al Museo Meermanno Westreenianum de L’Aia (ms. 10 A 16): i forti punti di tangenza lascerebbero presupporre una prossimità temporale nella decorazione dei due codici, fissata, per il Messale de L’Aia, intorno al 1405 (Bollati 1989, p. 32).

Qualora si confermasse la confezione del codice a Como, il manoscritto costituirebbe una rara testimonianza dell’attività delle botteghe di miniatura attive nella città lariana.

Paola Carrea

Provenienza: Como, Monastero di Santa Margherita, 1483, indicazione alla c. 18r. Segnatura nella controguardia anteriore, sec XVIII (?): 165. CXXX F 30. - Pier Vittorio Aldini (1773-1842); acquistato dalla Biblioteca Universitaria di Pavia nel 1841.

Bibliografia: Aldini 1840, cat. 91 , p. 23; De Marchi, Bertolani 1894, p. 95; Agrimi 1976, p. 210.