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Leo Spitzer, Perifrasi del concetto di fame. La lingua segreta dei prigionieri italiani nella Grande guerra

21 Maggio 2019 | 17:00 - 18:30

Leo Spitzer, Perifrasi del concetto di fame. La lingua segreta dei prigionieri italiani nella Grande guerra - Locandina

Presentiamo il libro di Leo Spitzer Perifrasi del concetto di fame. La lingua segreta dei prigionieri italiani nella Grande guerra, edizione italiana a cura di Claudia Caffi, traduzione di Silvia Albesano, con un saggio di Antonio Gibelli (Milano, il Saggiatore, 2019)

Il 17 settembre del 1915 Leo Spitzer prende servizio a Vienna presso l’Ufficio centrale della censura postale dell’esercito imperialregio, preposto al vaglio della corrispondenza dei prigionieri italiani. Dire ‘ho fame’ era proibito: era una minaccia per il prestigio dell’impero asburgico, che rischiava di essere accusato di violare le convenzioni internazionali sul trattamento dei prigionieri.

Il censore Spitzer deve dunque intercettare e cassare nella corrispondenza ogni riferimento alla fame patita dai prigionieri, ma il linguista Spitzer non può lasciare che quel patrimonio di testimonianze vada perduto. Si ferma allora in ufficio oltre l’orario e copia centinaia di brani dalle lettere,
devianze dall’ortografia comprese, prima di coprire con l’inchiostro i passi incriminati.

A guerra conclusa – è il 1920 – Spitzer pubblica Perifrasi del concetto di fame: una raccolta e uno studio delle varianti, spesso geniali, inventate dagli italiani per non dire ‘ho fame’ e far comunque sapere ai propri cari che ne soffrono, chiedendo loro l’invio di pacchi alimentari.

Le lettere sono popolate da personaggi quali lo Zio Magno, Ugolino, la Signorina Uchefem, la Signora Bruttavecchia, i tenenti Spazzola, Magrini e Stecchetti.

Quelle che Spitzer raccoglie sono soprattutto voci di persone semplici, poco abituate alla scrittura, non di fini intellettuali; eppure le soluzioni, le espressioni in codice e i giochi linguistici escogitati dai prigionieri per descrivere la propria condizione sono degni di professionisti della parola.

Il talento espressivo, che rasenta a volte l’estro poetico, giunge quasi a mettere in ombra la reale sofferenza.

Dopo Lingua italiana del dialogo e Lettere di prigionieri di guerra italiani, il Saggiatore offre per la prima volta al lettore italiano Perifrasi del concetto di fame, il volume che completa il trittico dedicato alla nostra lingua da Leo Spitzer.

Un’opera magistrale in cui il grande linguista dà prova del suo virtuosismo di studioso e insieme salva le testimonianze di persone che hanno sofferto in uno dei periodi più duri della nostra storia, il 1915-1918, restituendo “in diretta” le loro voci alla nostra memoria.

Il volume è dedicato alla memoria di Cesare Segre, curatore con Claudia Caffi di Lingua italiana del dialogo e grande estimatore dell’opera di Leo Spitzer.

Intervengono:

  • Maurizio Harari, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici,archeologo, docente di Storia dell’archeologia, Etruscologia, Mitologia classica e iconografia
  • Guido Lucchini, professore associato di Storia della critica letteraria, all’Università di Pavia, Dipartimento di Studi umanistici.
    Si occupa prevalentemente di Otto-Novecento, con particolare riferimento alla Scuola Storica e alla critica stilistica (Spitzer, Contini, Terracini)

  • Clelia Martignoni, già professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Pavia, Dipartimento di Studi umanistici,
    allieva e stretta collaboratrice di Cesare Segre, lavora su molti autori della letteratura postunitaria, con interesse particolare a fenomeni testuali,
    filologici, archivisti e genetici

  • Elisa Signori, professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Pavia, Dipartimento di Studi Umanistici, e docente della stessa materia
    all’Istituto di Studi italiani dell’Università della Svizzera Italiana. Si occupa di storia italiana e europea dell’Otto e Novecento.

Coordina Silvana Borutti, già professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Pavia, continua la sua ricerca nell’ambito delle
scienze umane e della filosofia delle immagini e della traduzione.

Sono presenti:

  • Silvia Albesano, traduttrice. Allieva di Cesare Segre, ha insegnato Storia della lingua italiana all’Istituto di Studi italiani dell’Università della Svizzera italiana di Lugano. Ha curato il testo critico della nuova edizione delle Lettere di prigionieri di guerra di Spitzer (il Saggiatore 2016) e collaborato all’edizione di Lingua italiana del dialogo (ivi 2007)
  • Claudia Caffi, professore ordinario di Glottogia e linguistica all’Università di Genova, curatrice con Cesare Segre dell’opera di Spitzer Lingua italiana del dialogo (il Saggiatore 2007), si occupa di linguistica pragmatica e testuale e di stilistica del discorso

  • Antonio Gibelli, già professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Genova. Ha introdotto l’uso sistematico delle scritture di gente comune nell’analisi delle esperienze collettive novecentesche.Ha dedicato i suoi studi principali al tema della Grande Guerra.

Leo Spitzer

(Vienna 1887 – Forte dei Marmi 1960) è stato uno dei maggiori linguisti e critici letterari del Novecento, fondatore di una critica stilistica a base linguistica che ha goduto di un’ampia e durevole fortuna.

Allontanato dall’Università di Colonia nel 1933, in seguito alle leggi razziali, ha insegnato all’Università di Istanbul e, dal 1937, alla Johns Hopkins University di Baltimora.

Fra le traduzioni italiane dei suoi scritti, oltre al citato trittico riunito di recente presso il Saggiatore, si segnalano Critica stilistica e semantica storica (1966), L’armonia del mondo (1967 e 2009), Studi italiani (1976), Marcel Proust e altri saggi di letteratura francese moderna (1977), Saggi di critica stilistica (1985 e 2004).

Rassegna stampa

Comunicato stampa – 121 kb

Locandina – 77 kb

Articolo tratto da “La provincia pavese” del 21 maggio 2019 – 77 kb

Luogo

Salone Teresiano